Servono nuovi punti di vista, li dobbiamo cercare insieme.

Scoprire il grano e le nuvole, a partire dal grano e dalle nuvole.

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Campo coltivato a grano duro con tecniche biologiche, davanti a Ostello Il Gruccione.

Scoprire il grano e le nuvole, standoci dentro.

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Bambini liberi e in sicurezza ad Ostello Il Gruccione.

Scoprire il fiore, a partire dal fiore.

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Pisello selvatico a Ostello Il Gruccione.

Scoprire l’ostello, a partire dal fiore.

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Ostello il Gruccione, da scoprire palmo a palmo, matti di curiosità e meraviglia.

Scoprire una strada nuova, con la testa piena di fiori.

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La rete di sentieri del Parco dello Stirone è in parte già tracciata ed, in parte, ancora da scoprire.

Ostello Il Gruccione è in attesa.

Fiori viola, in prato giallo Prato, cen, ragazzo. Luce sui prati dell'ostello                 Ostello il Gruccione è in attesa…                                                                                 di servire cibo essenziale per l’anima: pane e serenità                                          (come dice la nostra cliente Barnaba Miceli).                                                                                                                                                                                                                 Nel frattempo,  continua a pensare  a come r-esistere                                   e crescere, insieme a te.                                                                                                                                                                                                                                                               Leggi gli articoli di seguito  e facci sapere cosa ne pensi,                               utilizzando questi contatti:  cell. 3297451258,  mail                                       ilgruccione.info@libero.it, , messaggi su Pagina Facebook                           Ostello Il Gruccione Vigoleno                                                                                                                      Ostello Il Gruccione sotto le nuvole

Un orto botanico delle specie di prato del paesaggio agrario e fluviale presso Ostello Il Gruccione

Dal nostro diario dei tempi del Covid – 8 maggio 2020
(Appunti per un progetto partecipato di Orto Botanico delle specie del prato di paesaggio agrario e fluviale presso Ostello Il Gruccione).
ovvero
           Le erbacce ad Ostello Il Gruccione – Un manifesto vivente
               dell’ecosistema e per la nascita dell’uomo ecologico.
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Tempo nuovo e tempo di scelte ad Ostello il Gruccione.
Sempre ed anche con il vostro aiuto.Un papavero spunta, non solo nei campi qui attorno ma, anche davanti all’ingresso dell’ostello, a mostrare l’invisibile agli occhi.
Quasi a convincerci, con delicatezza, di quanto di prezioso, forse, un tempo, non visto e accolto, c’è qui attorno.
E a dimostrare che se non soffochi e sfrutti la natura, Lei può comparire, manifestarsi ed agire, con tutta la sua potenza e saggezza.Le erbe selvatiche che crescono libere, anche di fronte all’ostello, a contorno del cordolo e della siepe introdotta anzitempo, non sono disordine o trascuratezza, ma rappresentano il nostro rispetto per la natura, il desiderio di diventarne custode e di imparare, sempre più, ad esserne parte.
Alcune sono “odori” per la cucina, altre sono medicinali, altre ancora potrebbero diventare aromi.
Sono state portate dal vento oppure piantate e resistono agli anni e ai climi che cambiano.E come potrebbero essere malerbe?
Forse, solo in certi campi agrari potrebbero infestare.
Qui intorno e nel giardino dell’ostello, sono la nostra ricchezza, costituiscono l’orto selvatico che dona e si rinnova ogni anno, senza chiedere nulla in cambio.
E, ancora, sono il nostro portavoce, annunciano ospitalità, accoglienza, riparo per tutte le specie viventi (a partire da chi è infinitamente piccolo e diverso) e che appaiono non viventi.E’ tempo di sfalciare, per riaprire un passaggio anche per gli umani che si vorranno accostare a questo luogo con rispetto e stupore, per le meraviglie che la natura ci ha saputo dare in questi mesi un tempo in cui non è stato schiacciata ed osteggiata e in cui l’aria, insieme all’acqua, di conseguenza, erano più pulite.
E’ necessario farlo, con cura e attenzione, scegliendo cosa tagliare e cosa lasciare.
Un po’ come nella vita, sempre. In particolare, proprio come decidere in questo momento.Si deve dare spazio alla crescita anche di erba nuova, lasciando che quella morta riposi un po’ sulle radici che affondano e diventi nutrimento per il seme (portato dal vento o caduto lì accanto) che nasce.
Bisogna salvare le specie autoctone e coltivate nel rispetto della natura, cresciute anche sui bordi del battuto e dei muri dell’ostello, e tutte le essenze che vanno a comporre il prato spontaneo, che noi ci ostiniamo a chiamare Giardino, perché la rinascita dell’ecosistema, cui abbiamo cercato di dare avvio e cui abbiamo assistito, soprattutto, in questi mesi, non sia stata invano.
Vogliamo rivelare, evidenziare, esaltare (quasi a celebrare), tutte le più minuscole e sconosciute essenze erbacee in modo che siano apprezzate e non vengano più viste come “erbacce”, ma per il loro valore (biodiversità, bellezza, utilità, riparo per le specie animali più piccole…).Così l’incolto potrà essere riconosciuto e potrà essere Colto (compreso nel suo significato anche culturale).
E potrebbe anche essere colto (cioè consumato senza spreco, con rispetto e conoscenza), da parte di tutti.Cosa ne pensate? Chi ci sta a pensare questo lavoro con noi e, in futuro, a proteggerlo, “coltivarlo” con noi e farlo conoscere?

                                                                                                                                                Segue un video che vi farà conoscere l’essenza erbacea, simbolo di Ostello Il Gruccione: il radicchio selvatico, con la sua stupenda fioritura azzurra del mattino (steli secchi appaiono, invece, a sera).

https://www.facebook.com/100005392936329/videos/555893591267067/?t=0

Appunti per un tempo nuovo

                 Dal nostro diario dei tempi del Covid – 1 maggio 2020                                                           
Appunti per un tempo nuovo                                                                                 (testo in fase di revisione, torna qui                                                                    per rileggerlo e fallo crescere con noi)
 
Scoprire l’erba a partire dall’erba.
Scoprire il fiume a partire dal fiume.
Scoprire il bosco a partire dal bosco.
E così per la terra, gli uccelli, gli insetti e i caprioli, le volpi, gli scoiattoli…
Erba a partire dall'erba
Una buona prassi; guardare l’erba dall’erba. 
Scoprire la lentezza, a partire dalla lentezza.
Scoprire il silenzio, a partire dal silenzio.
Scoprire la bellezza, a partire dalla bellezza.
E così per lo sguardo, l’ascolto, l’attesa…
 
Questo abbiamo cercato qui in questi anni e vorremmo fosse per voi Ostello il Gruccione.
 
Un ritiro da cui partire o ri-partire dall’essenziale, anche dal silenzio, dal povero (inteso come ciò che basta e fa bene), dal profondo.
Un isolamento, come quello che alcuni privilegiati, che non sono stati colpiti direttamente da lutti, hanno potuto sperimentare, in cui non sentirsi soli, ma più in contatto con se stessi e, a partire da questo, con l’Altro.
Una parola scambiata, lentamente, nell’ascolto, che si faccia pane paziente, come quello ben lavorato che dura sette giorni ed è ancora più buono e prenda sostanza dall’incontro con l’ umano, atteso, sentito e desiderato, sempre, come ad una nascita cercata ed come dopo una lunga assenza che non è stata invano.
Una ricerca della Bellezza nell’infinitamente piccolo ed invisibile agli occhi.
Un balcone, una scala, un provvisorio approdo per fare pace, o almeno provare a fare un armistizio , anche dentro di noi, con la diversità a partire dalla sua base naturale, la biodiversità e con la paura dell’estraneo che ci rifiutiamo di riconoscere ma, in realtà, ci abita e non vediamo in noi.
Un ponte, un porto, una culla che possa accogliere, chi è assetato, stanco, solo perché ha avuto la strada in salita e ha conosciuto, forse troppo presto, l’incompletezza e l’imprevedibilità della vita, perché se si vede solo ciò che è intero e non straziato non si vede che la scorza e non si impara.
Un appassionato sguardo anche sull’orrore dell’uomo quando è bestia per l’uomo, sullo squilibrio economico, sociale, culturale e l’ingiustizia che ne deriva, sullo sradicamento dalla natura, dalle terre d’origine, da una comunità viva di legami, qualsiasi essa sia, e dall’io profondo, che sono in parte causa della disparità di distribuzione di risorse, sul consumo esasperato, senza rispetto e senza protezione,della terra, perché non può esserci felicità, se non è collettiva e di tutte le creature viventi e non viventi (anche dei morti sì, perché anche loro potranno essere una risorsa dentro di noi e anche delle materie e dei pianeti che ci appaiono inerti e lontani, ma che ci danno vita).
Un posto libero e paziente per l’arrivo di chi è a piedi, in tutti i sensi, in cui chiunque possa sentire quanto aspiriamo a ritenere ospitale l’attesa e che abbiamo intravista la possibilità di un cammino che si apre camminando.
Un luogo che si fa riconoscere come scrigno di sogni, desideri, potenzialità da scoprire ed aprire insieme.
Un tempo non sospeso, ma pieno, perché il tempo che abbiamo da vivere possa diventare il tempo che scegliamo di vivere, un tempo ritrovato, di rinascita, di scoperte, come quelle di un bimbo che scopre l’acqua a partire dall’acqua e l’erba a partire dall’erba…
Acqua a parrtire dall'acqua
Un’altra buona prassi: scoprire l’acqua, nell’acqua del fiume Stirone
(Grazie a Francesco d’Assisi, Antoine de Saint-Exupéry, Elio Vittorini,  Arturo Paoli, Italo Calvino, Aldo Capitini, Adriano Olivetti, Simone Weil, Julia Kristeva, Edmond Jabes, Christian Bobin e tanta gente incontrata per strada per gli insegnamenti e la via)

Non vogliamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema.

                    Dal nostro diario dei tempi del Covid – 8 aprile 2020                                                                    
La normalità era il problema -inglese    La normalità era il problema - spagnolo

A noi l’incontro con l’umano, nel bene e nel male, ha cambiato la vita, qui, ad Ostello il Gruccione.

Ci chiediamo cosa cambierà, dopo questo tempo di dolore.

Se il bisogno d’incontro, relazione, convivialità saranno più sentiti,
se la nostra (e di tanti altri che insieme a noi, sommessamente, ci hanno provato) proposta di lentezza e tenerezza verrà ora compresa,
se la storia di persone che, come noi, hanno una “strada in salita” verrà accolta e troveremo un samaritano che si farà carico anche della nostra fragilità, senza chiederci ciò che, per noi, è impossibile,
se la prossimità e la cultura potranno infine essere considerate il fine e lo strumento, oltre un modello economico e di consumo obsoleto che considera come fine l’arricchimento ingiusto di pochi e come strumento i soldi ottenuti disonestamente…

Cosa ne pensate?

Ci aiutate a raccontare cosa è per voi, che avete condiviso con noi “l’essenziale è invisibile agli occhi”, qual è la nostra essenza, insieme a tanti errori, da non disperdere al vento?