Un orto botanico delle specie di prato del paesaggio agrario e fluviale presso Ostello Il Gruccione

Dal nostro diario dei tempi del Covid – 8 maggio 2020
(Appunti per un progetto partecipato di Orto Botanico delle specie del prato di paesaggio agrario e fluviale presso Ostello Il Gruccione).
ovvero
           Le erbacce ad Ostello Il Gruccione – Un manifesto vivente
               dell’ecosistema e per la nascita dell’uomo ecologico.
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Tempo nuovo e tempo di scelte ad Ostello il Gruccione.
Sempre ed anche con il vostro aiuto.Un papavero spunta, non solo nei campi qui attorno ma, anche davanti all’ingresso dell’ostello, a mostrare l’invisibile agli occhi.
Quasi a convincerci, con delicatezza, di quanto di prezioso, forse, un tempo, non visto e accolto, c’è qui attorno.
E a dimostrare che se non soffochi e sfrutti la natura, Lei può comparire, manifestarsi ed agire, con tutta la sua potenza e saggezza.Le erbe selvatiche che crescono libere, anche di fronte all’ostello, a contorno del cordolo e della siepe introdotta anzitempo, non sono disordine o trascuratezza, ma rappresentano il nostro rispetto per la natura, il desiderio di diventarne custode e di imparare, sempre più, ad esserne parte.
Alcune sono “odori” per la cucina, altre sono medicinali, altre ancora potrebbero diventare aromi.
Sono state portate dal vento oppure piantate e resistono agli anni e ai climi che cambiano.E come potrebbero essere malerbe?
Forse, solo in certi campi agrari potrebbero infestare.
Qui intorno e nel giardino dell’ostello, sono la nostra ricchezza, costituiscono l’orto selvatico che dona e si rinnova ogni anno, senza chiedere nulla in cambio.
E, ancora, sono il nostro portavoce, annunciano ospitalità, accoglienza, riparo per tutte le specie viventi (a partire da chi è infinitamente piccolo e diverso) e che appaiono non viventi.E’ tempo di sfalciare, per riaprire un passaggio anche per gli umani che si vorranno accostare a questo luogo con rispetto e stupore, per le meraviglie che la natura ci ha saputo dare in questi mesi un tempo in cui non è stato schiacciata ed osteggiata e in cui l’aria, insieme all’acqua, di conseguenza, erano più pulite.
E’ necessario farlo, con cura e attenzione, scegliendo cosa tagliare e cosa lasciare.
Un po’ come nella vita, sempre. In particolare, proprio come decidere in questo momento.Si deve dare spazio alla crescita anche di erba nuova, lasciando che quella morta riposi un po’ sulle radici che affondano e diventi nutrimento per il seme (portato dal vento o caduto lì accanto) che nasce.
Bisogna salvare le specie autoctone e coltivate nel rispetto della natura, cresciute anche sui bordi del battuto e dei muri dell’ostello, e tutte le essenze che vanno a comporre il prato spontaneo, che noi ci ostiniamo a chiamare Giardino, perché la rinascita dell’ecosistema, cui abbiamo cercato di dare avvio e cui abbiamo assistito, soprattutto, in questi mesi, non sia stata invano.
Vogliamo rivelare, evidenziare, esaltare (quasi a celebrare), tutte le più minuscole e sconosciute essenze erbacee in modo che siano apprezzate e non vengano più viste come “erbacce”, ma per il loro valore (biodiversità, bellezza, utilità, riparo per le specie animali più piccole…).Così l’incolto potrà essere riconosciuto e potrà essere Colto (compreso nel suo significato anche culturale).
E potrebbe anche essere colto (cioè consumato senza spreco, con rispetto e conoscenza), da parte di tutti.Cosa ne pensate? Chi ci sta a pensare questo lavoro con noi e, in futuro, a proteggerlo, “coltivarlo” con noi e farlo conoscere?

                                                                                                                                                Segue un video che vi farà conoscere l’essenza erbacea, simbolo di Ostello Il Gruccione: il radicchio selvatico, con la sua stupenda fioritura azzurra del mattino (steli secchi appaiono, invece, a sera).

https://www.facebook.com/100005392936329/videos/555893591267067/?t=0